Le antiche dotazioni in argento dei nostri Patroni

La cripta del Duomo, fino all'8 dicembre 1798 (cfr. Platea della Chiesa Cattedrale) mostrava uno dei più spettacolari complessi decorativi e figurativi in argento del Regno napoletano. Tra il 1696 e il 1724 vengono realizzate sei imponenti statue argentee a figura intera e a grandezza naturale: S. Marciano e S. Innocenzo (1696), S. Casto (1719), S. Secondino (1721), S. Albina e S. Eupuria (1724). Nel 1717 i Gattola rinnovano l’antico busto di S. Erasmo dotandolo di un trono e di un baldacchino.

Per completare l'apparato di argenti citiamo la dotazione di dodici lampade a braccio a forma di cornucopia poste ai lati delle edicole con le statue; un baldacchino per l'esposizione del Santissimo; un crocifisso con angeli; tre lampade da soffitto; due imponenti candelabri; sei candelieri di alto modulo; il paliotto in argento massiccio (1748) con storie di S. Erasmo.

Dai documenti d'archivio sappiamo che le statue di S. Eupuria e S. Albina sono state realizzate, su modello di Domenico Antonio Vaccaro, dall'argentiere Giovan Battista Buonacquisto con Gioacchino Villani, Tommaso Treglia e il cesellatore Nicola Pisotti.

Della statua di S. Marciano, esiste il contratto con gli argentieri Paolo e Antonio Parrella mentre il disegno è di Lorenzo Vaccaro.

Per proteggere il prezioso scrigno di fede e di arte, nel 1701 viene installato uno straordinario cancello in bronzo realizzato da Antonio Parrella.

Ferdinando IV di Borbone il 28 marzo 1798 emette un "regal dispaccio" che porterà alla requisizione di buona parte degli argenti del regno per battere moneta. Da tale provvedimento non viene risparmiata la città di Gaeta e la Cattedrale: dalla cripta vengono requisiti tutti i manufatti in argento ad esclusione dei vasi sacri e delle statue dei Patroni principali, quindi Erasmo e Marciano. Solo dalla cripta vengono requisiti oltre 130 kg di argento.

Nel maggio 1837 la statua di Sant'Erasmo viene restaurata, mentre nel 1973 si provvede alla realizzazione del manto di S. Marciano, attraverso lo scultore Di Lucia. Le due statue attraversarono indenni le requisizioni francesi e le depredazioni della seconda guerra mondiale, ma perirono sotto mani sacrileghe in due furti (21-22 aprile 1980 e 14-15 gennaio 1981).

Della statua di S. Erasmo si conserva la testa (fine sec. XIV, oggi in restauro) e parte del trono con i punzoni NAP 717 (Napoli 1717); ASC (Aniello Simioli console nel 1717); F+G (argentiere non identificato, già noto per un Messale a Sorrento del 1748).